Liviano Papa rende omaggio al grande scultore giapponese Kengiro Azuma

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Liviano Papa rende omaggio al grande scultore  giapponese  Kengiro  Azuma  alla Feltrinelli Point di Arona da  venerdì 11 a domenica  13 novembre 2016 con l'esposizione di alcuni suoi prestigiosi lavori  ( ingresso libero  in  orario di apertura del negozio: dalle 8 alle  20 ). 


 La “goccia” è  il suo percorso filosofale nell’arte contemporanea. Amico di Antonio Calderara ( del quale è presente una serigrafia ) e allievo di Marino Marini. A novant’anni (compiuti il 12 marzo) è scomparso  a Milano, tra venerdì 14 e sabato 15 settembre, il maestro filosofo della “Goccia” Kengiro  Azuma.  Nato in Giappone  sull’isola di Honshu, a Yamagata, piccolo  paese al centro-nord del Giappone e a 450 km da Tokyo, nel 1926, da Kiku Kodaka e da Takeco Azuma, secondo di quattro figli maschi e tre sorelle, appartenente ad una famiglia di abilissimi e stimati artigiani del bronzo, con una secolare fonderia di vasi, figure di animali, elementi della natura e, soprattutto campane, aspersori, candelabri e altri oggetti di culto forniti da anni a i templi buddisti e shintoisti; la famiglia appartiene  alla corrente tradizionale del buddismo.Fu pilota kamikaze nelle truppe d’assalto Oura, nella divisione aeronautica “Maizuru”, squadriglia Daiichi, della Marina Militare Imperiale nella seconda Guerra Mondiale; scampato a morte  certa, con la caduta delle bombe atomiche lanciate dagli americani su Hiroshima e Nagasaki, lascia la divisa per dedicarsi all’arte. Negli Anni Cinquanta con una borsa di studio, venne in Europa, a Milano, allievo di Marino Marini, rimanendone folgorato all’università di Tokyo nel vedere in un depliant una scultura del maestro italiano, il quale lo incoraggiava a identificarsi con la sua origine, pur osservando nei suoi primi lavori un “calore mediterraneo”.La sua è un’arte scultorea dell’essenza filosofica, unendo le due culture: quella di appartenenza e quella occidentale,  europea e italiana. Dai listelli di legno delle cassette della frutta e verdura che recuperava per riscaldarsi, iniziò a sviluppare una personale e autonoma forma d’arte; così racconta: “Una notte, accesa la lampadina dello studio, scorsi sul pavimento alcune di quelle strisce cadute da una catasta di cassette e mi resi improvvisamente conto che esse si erano casualmente disposte in una “forma”; da li partii, cogliendo una mia linea. II MU e YU (vuoto infinito e pieno infinito) nella cultura zen significa il pieno e il vuoto e gli opposti, affidando tutta la sua ricerca a questo pensiero con le sue “Gocce”, ed è la grande testimonianza che ci ha lasciato. In una conversazione nel suo studio estivo in frazione  Cascinetta a Gattico, suo comune di adozione, il Maestro, sensibile al suo divenire racconta: “… affinchè la mia vita non passi invano vorrei donare alle generazioni future un filo di speranza attraverso la mia arte, come l’acqua cade dal cielo sotto forma di pioggia sulla terra nutrendola, rigenerandosi attraverso il vapore acqueo che risale in cielo, ricade imperturbabile e continua il suo corso da millenni…”. Ed è la straordinaria sensibilità di questo autore, riservato e audace, luminoso e filosofo, umile e potente, che lo fa grande sulla Terra e nell’Aldilà donandoci una grande lezione di vita; ed è l’opera d’arte più grande che abbia realizzato. Sue opere monumentali di Mu e YU e la “Goccia” sono a Milano, Matera e Gattico, nonché in Giappone e in collezioni museali e raccolte private. Alla Fondazione Carmela e Antonio Calderara a Vacciago sul lago d’Orta, è presente con l’installazione  posta sul loggiato della secentesca casa-studio del “pittore di luce”, dal titolo “Mu-P.78/1978 realizzata in vetroresina, e  con due opere di piccolo formato degli Anni Sessanta. Sua è la targa-scultura posta all’ingresso della Fondazione Calderara.

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