Adesione alla campagna R1pudia di Emergency

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Come “Impronta civica” con il gruppo “Arona agli aronesi” avevamo depositato una mozione di sostegno alla campagna di Emergency R1PUDIA, per il Consiglio Comunale del 26/05/5025, per ribadire il ripudio della guerra sancito dall’art. 11 della Costituzione

Data:

27 Maggio 2025

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Comunicato Stampa del Gruppo Consiliare Impronta Civica

Come “Impronta civica” con il gruppo “Arona agli aronesi” avevamo depositato una mozione di sostegno alla campagna di Emergency R1PUDIA, per ribadire il ripudio della guerra sancito dall’art. 11 della Costituzione.  La maggioranza, evidentemente, per differenziarsi ha voluto depositare una mozione autonoma, che però non è una mozione per la pace, ma l’ennesima campagna elettorale sovranista.
Al Consiglio Comunale del 26 maggio la maggioranza ha approvato con 12 voti favorevoli la propria mozione contro il piano ReArm Europe, respingendo un nostro emendamento che proponeva un documento unitario e condiviso.
Una decisione grave, non tanto per il merito del dibattito – su cui, lo ribadiamo, ci siamo detti disponibili a collaborare – quanto per il metodo, lo spirito divisivo e l’ipocrisia politica che hanno segnato tutta la discussione.
I fatti, prima di tutto.
La nostra mozione, presentata due settimane prima di quella della Lega, non è stata discussa per prima, in contrasto con ogni prassi consiliare. Abbiamo comunque cercato con il  capogruppo Cairo un dialogo che, però, non è andato buon fine. Abbiamo allora proposto un emendamento per un testo unitario, che tenesse insieme i principi di pace, il rispetto della Costituzione e una visione europeista. Nessuna risposta.
Il comunicato della maggioranza dice che il nostro testo “non conteneva alcuna contrarietà al piano ReArm Europe”. È vero. Ed è proprio qui la differenza politica.
Per noi, essere contrari all’aumento delle spese militari non equivale a essere contrari al progetto di difesa comune europea.
Il piano ReArm Europe Readiness 2030 – da rivedere, correggere e migliorare – è un tentativo (non perfetto) di portare l’Europa verso una maggiore autonomia strategica.
Rigettarlo in blocco, in nome di un generico pacifismo, è solo l’ennesimo attacco all’Unione Europea di cui si censurava una inesistente “deriva militarista”. Un attacco ideologico, incoerente e scollegato dalla realtà dei fatti, frutto anche di una non piena comprensione delle misure proposte a livello europeo.
Incoerente, sì. Perché proprio chi oggi si dice contrario agli 800 miliardi del piano europeo, è lo stesso che in Italia chiede di portare le spese militari al 2% del PIL, e oltre, ed é tra i firmatari per la reintroduzione della leva obbligatoria.
Sono oltre 43 miliardi di euro. Anche questi tolti alla sanità, al welfare, all’istruzione, ma direttamente del nostro paese  Anche questi – a differenza del piano europeo – senza alcuna forma di coordinamento o di solidarietà tra Stati membri.
Il sindaco Gusmeroli, parlamentare della Repubblica, dovrebbe spiegare ai cittadini:
  • perché critica gli investimenti europei in difesa mentre firma la legge sulla reintroduzione della leva obbligatoria;
  • perché attacca la Von der Leyen mentre sostiene il governo di cui fa parte, che ha annunciato proprio l’aumento delle spese militari italiane al 2% del PIL;
  • e soprattutto perché chiama “pace” un testo in cui non si cita né l’aggressione russa in Ucraina né la tragedia umanitaria in corso a Gaza.
Chi vuole davvero costruire la pace, lavora per un’Europa più forte, più giusta, più unita e solidale. Non la indebolisce.
La nostra visione è chiara: difesa comune, non riarmo nazionale; correzione degli errori, non distruzione del progetto europeo.
Siamo contro l’utilizzo dei fondi di coesione per le armi, ma anche contro l’ipocrisia di chi oggi si straccia le vesti e domani vota aumenti miliardari per la difesa nel proprio Paese, senza utilizzare quei fondi quando disponibili.
A riprova di ciò, sorprende e amareggia il voto di astensione della maggioranza anche sulla mozione successiva, da noi presentata, che proponeva un gesto semplice ma concreto: l’adesione del Comune alla campagna “Ripudia la guerra” promossa da Emergency.
Una mozione che, nonostante l’astensione compatta della maggioranza, è stata approvata.
Ma il fatto che non abbiano avuto il coraggio di sostenerla conferma che alla base della loro mozione non c’era un vero impegno per la pace, ma solo l’ennesimo attacco strumentale all’Europa e una propaganda sovranista ormai logora.
Ci auguriamo che questo doppio gioco venga compreso dai cittadini.
Perché, al netto delle parole, non è una mozione per la pace ma l’ennesimo tentativo di propaganda leghista, costruito contro l’Europa, non contro la guerra.
Gianluca Ubertini
Roberta Tredici
Cesare Bellodi
Impronta Civica

Ultimo aggiornamento: 29/05/2025, 10:14

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