Articolo di Ivana Teruggi
Il Palazzo rispecchia il prestigio e l’importanza acquisiti dalla famiglia Borromeo in Arona fin dal XV secolo, quando il sito era un ambito presidio strategico, un fiorente porto commerciale e un crocevia di idee e di cultura. Indizio della fase più antica, attestante la “caxa nova” costruita nel 1453 da Filippo Borromeo e Franceschina Visconti, è la finestra a oculo laterizio di ascendenza solariana, evidenziato dai restauri presso l’ingresso. Alla fine del Cinquecento le stanze di rappresentanza, nel corpo padronale, furono ornate a rabeschi, fasce manieristiche e riquadri, stemmi, paesaggi e arpie. Il conte Renato I (+1608) e la contessa Ersilia Farnese (+1596), sposi nel 1579, lo ingrandirono, annettendo nel 1588 anche la sede del primo Ospedale della Trinità di Arona, retto dalla confraternita di Santa Marta, ubicato a confine della chiesa omonima. Fu allestito il prestigioso portale in calcare d’Angera ricco di emblemi Borromeo: sul coronamento lo stemma della famiglia (abraso), guardato ai lati dall’unicorno accovacciato e sugli stipiti a lesena, rastremata verso il basso, l’acronimo “RBEF” impaginato dai gigli Farnese, che intreccia le iniziali dei padroni di casa. Più in alto ancora due stemmi, sulla sinistra l’emblema a onde e sulla destra il freno. Le stanze di rappresentanza, nel corpo padronale, furono ornate a rabeschi, fasce manieristiche con stemmi, paesaggi e arpie.
Un importante progetto di ristrutturazione fu attuato nel 1616 dal primogenito, il conte Carlo III (+ 1652) e dalla moglie Isabella d’Adda: nell’occasione furono riorganizzati gli interni, il cortile porticato, gli annessi ai locali di servizio e il “giardino di delizie” digradante verso il lago, con le scale e il viale che conduceva al portone sulla piazza dell’antico porto.
Per completare il rettifilo della proprietà, nel 1640 il conte acquistò anche i locali interposti tra il Palazzo e l’ex Ospedale, sede del Conventino di San Bernardino, retto dai padri “Zoccolanti” e fondato intorno alla metà del XV secolo (lapide con sole radiante datata 1455) nel vecchio sedime trecentesco. Nella manica porticata sostenuta da piloni laterizi con capitelli ad angoli smussati, unica rimasta del chiostro francescano, è emerso un pregevole affresco a monocromo con lo Sposalizio della Vergine (metà XV secolo) dell’ambito di Michelino da Besozzo e, sopra l’ingresso ai locali, il tondo scorciato con San Bernardino da Siena (fine XV secolo).
GALLERIA FOTOGRAFICA:
BIBLIOGRAFIA:
G. DI BELLA, G. FIORI, Hospitalis Aronae, Verbania 1998; A. ALGANON, I. TERUGGI, Monumenta, in C. MANNI (a cura di), Arona nella storia, Novara 2001; I. TERUGGI, «Arona mia terra» il mecenatismo dei Borromeo dal Tardogotico al Rinascimento. Una grisaille micheliniana e altro nel sottoportico del “Conventino” di San Bernardino, in “Antiquarium Medionovarese”, 1 (2005); S. GARBINI, La Rocca di Arona durante la dominazione spagnola. 1525-1707, Arona 2007.
Pagina aggiornata il 21/03/2024